Matera, Basilicata
La prima testimonianza scritta dell'esistenza del paese risale al 1060 da una bolla della diocesi di Tricarico. Trae la sua etimologia da “Caerellius” perché edificato nella proprietà di Cerellio presumibile centurione Romano al quale furono donate queste terre per meriti sul campo di battaglia. Si dice che Cirigliano fosse una tappa obbligata per chi da Heraclea doveva recarsi a Potenza o a Tricarico. (I luoghi deputati alla sosta erano la panetteria di Cirigliano e la taverna di Acinello).
Il paese è cinto da torri e mura a conferma che trattasi di un borgo medievale. Nel centro del paese si erge imponente l'antico castello feudale con la sua suggestiva torre ovale e l'annessa cappella dell'Addolorata nella quale si conserva tra l'altro una Pietà del seicento incastonata su un tempietto di legno decorato.
Il Castello di proprietà dei Coppola (acquistato da questi ultimi per 13.000 ducati dalla famiglia Iannellis nel 1595) fu acquistato in epoca post-medioevale (1750) dai baroni Formica, che ne conservano ancora oggi la proprietà.
La prima testimonianza scritta dell'esistenza del paese risale al 1060 da una bolla della diocesi di Tricarico. Trae la sua etimologia da “Caerellius” perché edificato nella proprietà di Cerellio presumibile centurione Romano al quale furono donate queste terre per meriti sul campo di battaglia. Si dice che Cirigliano fosse una tappa obbligata per chi da Heraclea doveva recarsi a Potenza o a Tricarico. (I luoghi deputati alla sosta erano la panetteria di Cirigliano e la taverna di Acinello).
Il paese è cinto da torri e mura a conferma che trattasi di un borgo medievale. Nel centro del paese si erge imponente l'antico castello feudale con la sua suggestiva torre ovale e l'annessa cappella dell'Addolorata nella quale si conserva tra l'altro una Pietà del seicento incastonata su un tempietto di legno decorato.
Il Castello di proprietà dei Coppola (acquistato da questi ultimi per 13.000 ducati dalla famiglia Iannellis nel 1595) fu acquistato in epoca post-medioevale (1750) dai baroni Formica, che ne conservano ancora oggi la proprietà.
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